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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

LA TERRA DEI “SENZA SENSI SENZA UN SENSO”

  Vide solo bianco all'improvviso niente più colori neanche il nero ad occhi chiusi solo bianco precipitato da un cielo plumbeo fin dentro la spuma delle onde in tempesta  in un batter di ciglia si trovò nella terra dei senza sensi senza un senso laddove vagavano tutti smarriti e caracollanti incespicando sui passi che non sembravano toccare terra bianco nelle palpebre in un silenzio bianco perché non c’era udito in quel mondo bianco nelle pupille in assenza di pelle perché non c’era tatto in quel posto  bianco nei pensieri diventati anch’essi bianchi perché non c’era immaginazione in quella dimensione bianco nell’anima priva di colori come di emozioni solo bianche in una tela mai dipinta perché non c’era amore in quel luogo  così visse nella terra dei “senza sensi senza un senso” di giorno camminando sugli eterni ghiacci così visse nella terra dei “senza sensi senza un senso” di notte vegliando sulla tomba del suo sonno perpetuo. Copyright © scritto da martinedenbg

IL SENZA TETTO

Sono qui  solo da ore giorni anni e per sempre  muto ma con la voce cieco ma con gli occhi paralizzato ma con le gambe atterrito annichilito cacciato in una bolla di vuoto ostracizzato dalle regole buttato in una cella senza sbarre reo di nulla innocente per tutto assolto da nessuno redento senza una benedizione vivente privato dall'estrema unzione monito per i passanti orrore dei benpensanti ologramma con l'odore  un fantasma che prova dolore il peggiore di tutti gli angeli il migliore di tutti i diavoli il disperso più visibile in una tempesta  smaterializzato mentre gli atri facevano festa nido per i pidocchi sulla mia testa  il caldo mefitico che sale dal sottosuolo il calcio in faccia nella notte dal poco di buono. Copyright © scritto da martinedenbg

OMNIA VINCIT AMOR

 

DALLA RACCOLTA “RACCONTI DI UN CINICO”: Il Viaggio in metro"

La scala mobile continua a scendere nelle viscere di fango, sabbia, pietre, topi, fogne, tubi, cavi, ossa e vermi ciechi divoratori di carcasse interrate.  Entro nel treno, trovo uno spazio dove proteggermi dagli altri, e come sempre la sensazione di un tempo rallentato rispetto a quello che scorre in superficie mi percuote le sinapsi.  Devo ancora riavermi dai tormenti della notte insonne, colma di incubi alternati a sogni di una vita migliore, e così stordito e privo di lucidità sono costretto a stare in questo budello scavato nelle profondità terrestri. Devo ancora tornare in me dalla tortura di una notte agitata, piena di risvegli e affanni, e così annichilito e scosso, incredibile a dirsi, sono forzato addirittura a viaggiare dentro questo intestino urbano, a bordo di un treno così vecchio da sembrare una scatola di ferro sferragliante di ruote rotolanti montate a caso da un maldestro saldatore.   Così messo, come se non bastasse già la pena di dover stare sotto...

UNA CANZONE: E SARÀ VERO.

  Anche se è finita o durerà tutta la vita come fare a rinunciare a veleggiare in questo mare. Così tempestoso. Anche se domani non vorrai stringermi le mani io le tenderò lo stesso  perché il cuore lì mi ha messo. E sarò vero. Anche se ti amo e più insieme noi non stiamo  ci diciamo che ci amiamo  ma da soli camminiamo. E sarò perso. Forse un giorno torneremo  a guardar l'arcobaleno  uno squarcio di sereno in quel cielo nero nero nero. E sarà un sogno. Voglio con te tornare a guardare  quelle lucciole  in una sera d'estate. E sarà vero. Copyright © scritto da martinedenbg