Salivi le scale verso una nova vita, ogni gradino un colpo al cuore, perdevi piume dalle ali leggera come la leggerezza che mi conquistò. Ogni gradino una crepa nell’anima, vedevo solo la suola della scarpa agitarsi sospesa nell’aria. Ricordo una notte di furore, io lottavo contro lo spettro dell'abbandono e tu, con certezza assassina, eri già arrivata nella tana del diavolo. Arrivò la neve a spegnere il fuoco dell’inferno, il ghiaccio uccise ogni speranza, la capacità di amare congelata sotto il manto bianco. La mattina c'era una Roma deserta e raggiante, con quel vestito da sposa candido di neve. Io ero già morto, col mio nero vestito del lutto sembravo solo una macchia su tutto quello splendore.
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