
Fuori dal vostro asfittico concerto di parole morte, fuori dai vostri teatrini di finti combattimenti ideologici governati dai plutocrati sacerdoti del postumano, fuori dal conformismo servo e miserabile della maggioranza che un tempo si definiva “l'indifferenza” delle masse plaudenti all’ignominia, fuori dalla fogna della vostra modernità che non è mai progresso ma solo il trionfo del reazionario moto della storia contraffatta, fuori dal regno dei fantasmi animati dal sibilo mortale della tecnica unica e sola divinità concepita dai creatori dei nuovi mondi intangibili dove vagare senza spazio e tempo, fuori dalla maledetta cupidigia degli odierni padroni senza eserciti ma armati di dati e dati e dati e con quelli fanno la guerra totale all’umanità addormentata nel loro server e facile preda dell’amnesia di sé, fuori dai tribunali della santa inquisizione globalista che brucia non più corpi ma idee e condanna al confino nella terra degli inascoltati tutti i non entusiasti cantori dell’inno allo scientismo e della sua derivante umanità biologica amputata della dimensione dello spirito, fuori da questo gorgo immondo e putrescente del nostro sciagurato tempo che succhia e attrae e macina e demolisce e che tutto cancella, dico FUORI, e ripeto FUORI, urlandolo a squarciagola, FUORIIIIIIIIIIII c’è ancora la vita e l'amore e la carnalità e la morte perfino, sorella morte, c'è la sofferenza che pulsa come la guarigione che rimargina e c'è ancora il mistero e l'ignoto e la potenza della natura che incombe su di noi capace di spazzarci via con un respiro di profondità terrestri.
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