Passa ai contenuti principali

IL CORPO NEL TEMPO



Fu il tempo del corpo merce, corporeità agglomerata, carnalità concentrata, moneta spremuta da umane membra, fatica dei tanti e ricchezza di pochi.

Tutto al ritmo della macchina fabbrica, da miliardi di tasche sudate, corpi su corpi ovunque, braccia e nuvole di terra, mani e miasmi di fabbrica, cubicoli di cemento riempiti da respiri domestici e molle di materassi cigolanti nel fugace piacere notturno.

La penna del bottegaio raglia sul libro nero dei crediti, la puntina solca il vinile per la musica  della domenica e l’odore della cera sui pavimenti si sparge nel giorno della festa.

Fu poi il tempo del corpo immagine, corporeità ostentata, carnalità brandizzata, moneta spremuta dal logo sui tessuti, fatica dei tanti nelle periferie del mondo e ricchezza di pochi nelle capitali dell'Impero d'occidente. 

Al ritmo della macchina che cuce, in sotterranei insalubri le formiche alacri costruiscono membrane tessuti, che navigheranno gli oceani per trasformare l’umano in pubblicitario organsimo, propaganda ambulante del nulla.

Topo chiuso nel cubicolo a motore, scimmia ammaestrata da mode idiote in un circo miserabile di cani ubbidienti, aspettando il premio o la frusta, il bocconcino di carne tossica o il dolore elettrico, l’applauso rimbomba, esercizio riuscito e i pagliacci saltellano intorno come un branco di iene antropoforme.

Ubbidiente in un corpo senza più mente, s’inchina al pubblico grato e torna a dormire nella gabbia sporca fino al prossimo tetro spettacolo, per celebrare i successi e per nascondere i fallimenti mentre nella città i "corpi immagine" si muovono insensati, nella "città immagine" dei "corpi immagine".

Fu poi il tempo del corpo incorporeo, corporeità vietata, carnalità pixellata, realtà irreale nei mondi virtuali, identità digitali ferme in movimento dentro lo schermo, paraocchi social asociali per vivere senza il tatto, moneta spremuta dai like, ricchezza di pochi come mai nella storia, al ritmo dei motori che raffreddano i server, mentre le moltitudini divorano merci senza atomi, perdendosi in un sazio oblio di C₁₀H₁₂N₂O: serotonina artificiale per tutti!


Copyright © scritto e fotografato da martinedenbg.


Commenti

Post popolari in questo blog

Lampioni

 

ORIZZONTE ASSASSINATO

  Orizzonte assassinato non c’è più muore il sacro la ricerca di Dio s’infrange su miliardi di muri razionali. Orizzonte assassinato non c’è più muore l’impeto della scoperta  la follia dell’esploratore si schianta su mura sorte in mezzo al mare. Orizzonte assassinato non c’è più muore l’ispirazione dei poeti la febbre di scrivere versi si spezza su mura inoculate nei cuori. Orizzonte assassinato non c’è più muore l’idealismo del rivoluzionario la rabbia di cambiare il mondo si abbatte su mura costruite fin dentro le menti. Orizzonte assassinato non c’è più lo sguardo s’infrange sui muri barriere di cemento prigioni di pixel  muore l’immaginazione e con essa l’amore  in questo nuovo mondo di nulla. Orizzonte assassinato e l’umano con lui è morente perché i suoi occhi più non si perdono nel misterioso infinito. Copyright © scritto da martinedenbg

Bastano un paio di ali per non temere il filo spinato.