Ride dei folli chi non è mai impazzito, non dico per un giorno ma neppure per un secondo.
Ride dei pazzi chi la follia non l'ha mai vista neanche nel
riflesso di una pozzanghera, non ne ha mai sentito il fetore o avvertito lo
smarrimento nel precipitare in una voragine d'incomprensione.
Ride dei disertori della "regola" del convento
universale, chi è sanamente insano proprio nel rispettarla, e crede con ciò di
essere d'animo saldo e mente forte.
Ride di chi ha perso il senno, per lucro più che per comicità,
chi di senno ne ha talmente in abbondanza da poter aprire una bottega di
ragionevolezza, dove la merce più costosa è la pavida prudenza.
Ride del fantasma sdentato, scalzo, lacero e dagli occhi
fiammeggianti di maledizione verso il proprio destino, in preda a una rabbia
ferina che se potesse trasformarsi in una tigre, azzannerebbe "quel
giorno", divorando “il fatto" che così “l'ha reso”, e lasciando solo
il cadavere “del trauma" in terra a brandelli, chi, di fatti e traumi e
giorni come quelli ne ha creati tanti, da carnefice o da indifferente,
attivando una catena d’infelicità: un creatore di pazzi!
Ride dello scheletro rattrappito seduto sul ciglio della
strada, perso nei suoi pensieri perché il suo lavoro è pensare, e non può fare
altro che pensare e solo pensare, ed è un mestiere faticoso da asceta che
rinuncia alla vita per vivere in una nuvola di nebbiosa trasparenza e per morire
in un oblio senza memoria, chi è tutto un agire, efficiente e infallibile e in
questo è un corpo proteso all’azione senza pensieri, concentrato sulle
“scadenze”, intento a compere il “prossimo passo” recitando la scena del
copione “già scritto” e uguale per tutti.
Ride la follia della ragione quando l’assennato inciampa e perde il ritmo del suo passo accorto, un ostacolo nel destino, un tentacolo di un brutto fatto avvolto alla caviglia, un paralizzante incidente della vita e rotola a testa in giù nel pozzo dell’alienazione precipitando nel buco della dissennatezza in un buio che non aveva mai visto prima e finalmente, con tutta una nebbia che si sparge attorno, atterra dolcemente in un luogo sconosciuto, si guarda intorno e piangendo abbraccia un altro pazzo.
Copyright © scritto e fotografato da martinedenbg.

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