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LE GUERRE DEGLI ALTRI

 Prova a immaginare di essere nato nel posto giusto e al momento giusto della storia, e in effetti è proprio così. 

In un giorno di festa il bel suono felice delle forchette sui piatti, la tavola apparecchiata con amore e il vapore profumato del cibo che si diffonde nella stanza.

Il caldo abbraccio delle persone che ami sedute accanto a te, sorridenti, bellissime di giovinezza e radiose di vecchiaia. 

I tuoi genitori che hai imparato a perdonare e i figli, piccoli maestri di felicità, con le gambe dondolanti che non toccano ancora il pavimento. 

Tu, ora, nell'età di mezzo, dove non sei vecchio né giovane: un ponte tra chi hai e ti ha generato dove passano tutti i ricordi, come piccoli viandanti in fila per passare sulla valle dei rimpianti. 

Sei lì seduto a mangiare e guardi le tue radici dai capelli bianchi, perso nel passato. Poi, spostando lo sguardo di qualche centimetro, osservi i frutti della tua passione, smarrito nel futuro dell'imprevedibile. 

Sei il tronco dell'albero ben piantato sulla terra ma lo sai, è solo questione di tempo, e perderai le tue radici lasciando cadere i frutti per dare da mangiare alla vita che continua.

Prova a immaginare, ora, di essere nato in un posto sbagliato nel momento sbagliato, perché la storia non la fanno nel caldo abbraccio del tuo dolce rifugio pieno d'amore e di onestà. 

Hai sempre pensato che dalle stelle il seme del tuo essere fosse stato trasportato da venti imprevedibili, sbuffi d’aria del destino, capricci del caso, nella terra della parte giusta delle storia, quella fortunata al riparo dallo stato di natura dove la brutalità detta la legge e non vi è legge se non quella della forza e del potere del più crudele.

Non ci sono mica abbracci, sorrisi, amore dove qualcuno ha deciso di far cadere la violenza nel tuo piccolo angolo di paradiso: solo strette di mano d’affari sanguinolenti dove il guadagno si misura in morti a venire.

Hai sempre vissuto nella pace e sei convinto che la guerra, quella che hai letto sui libri oppure vista da uno schermo, è sempre stato il destino degli altri. 

Prova a immaginare quel giorno di festa e il bel suono felice delle forchette sui piatti, la tavola apparecchiata con amore e il vapore profumato del cibo che si diffonde nella stanza.

Prova a immaginare il caldo abbraccio delle persone che ami sedute accanto a te, sorridenti, bellissime di giovinezza e radiose di vecchiaia.

Prova a ricordare che stavolta sei capitato nella parte buia della storia, e sei nel momento sbagliato e nel posto sbagliato, l’unica tua colpa!

Ecco, ora prova a immaginare il tavolo tremante e un sibilo sempre più forte che ti spaventa. D'improvviso l'allegro conversare s'interrompe bruscamente. I bambini sono come statue di marmo. fermi, immobili senza parola. I nonni si gettano sui loro corpi in un abbraccio protettivo, come a mettere la loro carne avvizzita attorno ai piccoli corpi da preservare. 

Pensi ad un aereo ma capisci che non è un aereo. Pensi a un terremoto ma non è un terremoto. Speri in un cataclisma pur di non avvertire quegli istanti che precedono la fine di tutto.

Prova a immaginare un improvviso boato di luce e di fuoco, con l'aria che diventa bollente e tutto si scioglie in un fiammeggiante crepitio di corpi, tavoli, sedie, armadi, muri, soffitti, pavimenti e vestiti che tutto avvolge e risucchia in un buco cratere, nero e profondo, senza fondo e non sai più se è la tua anima a bruciare o qualche pezzo del tuo corpo ancora vivo.  

Dopo poco, mentre il tuo cervello è ancora acceso, riesci solo a sentire il rumore degli anfibi dei soldati nemici. 

Poi, negli ultimi secondi di vita, senti ridere quegli uomini in divisa dell'ammasso di carne bruciata che osservano soddisfatti.

Adesso non senti più nulla.

Sei morto e sono tutti morti nella parte sbagliata della storia.


Copyright © scritto da martinedenbg

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ORIZZONTE ASSASSINATO

  Orizzonte assassinato non c’è più muore il sacro la ricerca di Dio s’infrange su miliardi di muri razionali. Orizzonte assassinato non c’è più muore l’impeto della scoperta  la follia dell’esploratore si schianta su mura sorte in mezzo al mare. Orizzonte assassinato non c’è più muore l’ispirazione dei poeti la febbre di scrivere versi si spezza su mura inoculate nei cuori. Orizzonte assassinato non c’è più muore l’idealismo del rivoluzionario la rabbia di cambiare il mondo si abbatte su mura costruite fin dentro le menti. Orizzonte assassinato non c’è più lo sguardo s’infrange sui muri barriere di cemento prigioni di pixel  muore l’immaginazione e con essa l’amore  in questo nuovo mondo di nulla. Orizzonte assassinato e l’umano con lui è morente perché i suoi occhi più non si perdono nel misterioso infinito. Copyright © scritto da martinedenbg

Bastano un paio di ali per non temere il filo spinato.