Parole sotterrate nelle discariche dei dizionari
agonia di significati
coma di idee
oblio di pensiero
scrittura vietata pena rieducazione digitale
lettura dimenticata dalle nuove generazioni
solo vecchi nascosti ad incollare pagine strappate di antichi racconti
contrazione di ragionamenti per comunicazioni veloci
neo lingua d’ideogrammi concepiti per scherzo presi sul serio
la farsa si fa tragedia
la parola estinta perché troppo lenta
la parola estinta perché sovversiva
la parola assassinata da simboli per bambini
hanno iniziato con una innocua faccina
poi
emoticon su emoticon
hanno creato una lingua muta
che passa veloce da schermo a schermo
e viaggia attraversando i muri dei cubicoli cablati dove tutti vivono soli
l’amore abolito
nessuno ricorda il calore degli abbracci
nessuno ricorda la passione degli amanti
nessuno ricorda lo stare con l’altro e nell’altro
la voce è inutile e nel tempo si è persa
così è morto prima il canto e poi la musica
così è morta la poesia che si declama
tutti sono entità autosufficienti nella deificazione del sé
tutti devono produrre e lavorare per il Moloch digitale
tutti devono guadagnare per comprare pezzi di lingua virtuale
così i più ricchi possono esprimere concetti complessi
così i più poveri possono solo blaterare frasi senza senso
nell’impero universale di emotiworld tutto si compra
nell’impero universale di emotiworld si compra anche la nuova lingua e chi non produce non comunica più!
I resistenti alla dittatura della comunicazione digitale li hanno rinchiusi in campi ai bordi delle discariche
rovistano nell’immondizia
cercano vecchie riviste per ritagliare lettere
ostinati rimembranti del tempo delle pagine scritte
cercano vecchi giornali per ricavarne parole
tutto il giorno scavano spostando le deiezioni del nuovo mondo
quando il sole tramonta rientrano nelle baraccopoli con il loro tesoro di lettere
mangiano barrette energetiche che il governo cala dall’alto con droni guardiani
recinti alti li isolano dal resto dell’umanità
mura fortificate li chiudono nella prigione della loro nostalgia
di notte attorno ai fuochi cantano vecchie canzoni
di notte attorno ai fuochi raccontano storie lette da libri fatti di lettere incollate
e fuori da lì sorge l’impero senza lingua
e fuori da lì imperversa la società senza parola
e fuori da lì nessuno più parla
nessuno più scrive
nessuno più vive
nessuno più ama.
Copyright © scritto da martinedenbg
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